Roberto Monachino tra i protagonisti del Data Management Summit Italy
Stiamo rivelando giorno dopo giorno tutti i professionisti che parteciperanno con le loro presentazioni all’evento più importante del Data Management. Per la prima volta un forum cerca di concentrarsi sul Data Management nella sua interezza, dalla governance, attraverso la sicurezza, il cloud, il machine learning, la virtualizzazione dei dati e molto altro.
Oggi vi presentiamo Rpberto Monachino, che sarà tra i protagonisti dell’edizione italiana del Data Management Summit che si svolgerà il 24 maggio presso BancoBPM a Milano.
Parlaci un po’ di te della tua traiettoria
Mi considero un ‘practitioner’, grazie alle differenti esperienze e diverse posizioni ricoperte in ambito bancario, in diverse divisioni business, sia nella dimensione di Legal Entities sia in quella di Gruppi Internazionali, fino alla leadership CDO di un importante gruppo bancario, mi sono sempre appassionato all’innovazione ‘sostenibile’ e sottolineo n volte sostenibile dell’innovazione tecnologica, senza quindi inseguire gli hype di mercato, come abilitante dell’adozione della Data Governance; che per me vuol dire: adozione di processi industriali di produzione di dati che si trasformano orizzontalmente in informazioni utili e richieste dal business in azienda. Sapete che sono stato uno dei primi a partire in questo campo, qualche amico mi considera un pionere del dato, tema che continua ad affascinarmi sempre di più per via della sua applicazione pratica, nel concreto della vita operativa di tutti i giorni. La vivo come una sfida in uno sport di squadra!! Continuo a divertirmi un sacco perché riscopro questa sfida pone nuovi obiettivi grazie al fatto che le tecnologie evolvono più rapidamente, ci fanno più velocità nelle capacità computazionali, nuove tecniche che ci consentono trasformazioni nel continuo dei processi di generazione di informazioni con più facile accesso a moltitudine di utenti. Più le informazioni sono accessibili e utilizzate nei processi decisionali, più ne aumenti la qualità delle stesse e di conseguenza più decisioni risultano le migliori possibili e, in fine, diventa abilitante per generare nuove opportunità di business. Tutto ovvio direte, ma continuiamo a parlarne nel 2023 perché? Perché riuscire a metterle in pratica è una grande sfida è una grande soddisfazione!! Mica tutti arrivano a vincere la coppa di tutte le specialità.
Parlaci delle sfide che la tua azienda sta affrontando nel mondo della gestione del dato.
In Deloitte, ci occupiamo di tanti progetti Enterprise Data Performance e Analitycs nelle diverse complessità di processo EtE diCompliance Finance&Risk, platform IT, AI, Ethics, ESG ecc ma il fattore comune di successo resta l’adozione concreta del framework di Data Governance, sfida sempre più complessa, come dicevo, tra la velocità con cui la tecnologia evolve rispetto alla concretezza di rendere i processi Data Driven e digitali.
Personalmente penso che la concretezza e sostenibilità siano un plus, non si opera a budget investimenti infiniti, le risorse ancorché siano importanti, dovranno essere focalizzati sui processi critici e sulla cultura digitale con cambiamenti nel continuo. Ecco questo mi sento di trasmettere in questa meravigliosa conferenza, quale luogo che appassiona e si riuniscono molti professionisti del mondo dati!!
Pensi che le aziende abbiano la cultura giusta per gestire i dati?
Io penso che la cultura ci sia, la data governance nel concreto sia applicata ma ognuno la applica nel proprio ambito di competenza. Ognuno si riconosce nel proprio dato ed è convinto che sia quello giusto. Sono sicuro che quasi in ogni struttura ci sia un proprio esperto informatico, di dati, esperto reporting ed analista. Bisogna avere il coraggio di mettere assieme queste competenze al servizio trasversale e avere una strategia chiara e raggiungibile con ‘consegne ravvicinate e progressive’: insomma un’ambizione chiara a cui dedicare ogni penny di budget di investimento e di risorse. Nei miei meeting ricordo sempre la storia in Mary Poppins, la reazione che può generare se un singolo penny depositato in una banca, non possa essere ritirato.
Pertanto bisogna avere la forza di voler esercitare e agire nel concreto la Data Governance e il Data Management, come si dice oggi, unlocking the potential, sprigionare il potenziale di competenze e conoscitivo esistenti in un modello di governance che sappia misurare il proprio livello di maturità e ne definisca gli step per i livelli successivi fino al proprio identificato target. Come per i rating creditizi, cosa fare per passare da un rating B al rating A, sempre che si desideri passare al rating A. Perché questo è dipendente dalle risorse, capitale umano incluso, e finanziare da mettere in pista. Poi avere pazienza senza agire in fretta e mai fare un passo indietro verso l’ambizione strategica definita.
Quali sono le sfide più importanti per i CIO, CDO, CTO per il 2024?
Prima di tutto, senza polemica, saper lavorare assieme e costruire un’unica agenda digitale strategica e non personale!!
Darsi dei KPI trasparenti per tutti misurati e misurabili, usare la tecnologia come un vero abilitante al cambiamento business e del cliente finale! Suggerirei ai CTO di lavorare per la cultura e visione digitale, aiutando le organizzazioni a migliorarsi. Su questo aspetto c’è tanto da fare nella cultura digitale, che per me vuol dire unione di Dato, Tecnologia e Processi. Faccio un esempio: vedo chiamare digitalizzazione il portare i processi ‘analogici’ su nuove soluzioni tecnologiche questo non è digitalizzare ma informatizzare, non è la stessa cosa. Voglio ancora essere più chiaro: è stato dedicato un evento per il primo certificato dell’ anagrafica stampato digitalmente dal Presidente della Repubblica. Ricordate? Applausi, successo, premi, pacche sulle spalle. Ecco sicuramente utile ma per il soggetto privato perché prova un’emozione nell’evitare di andare magari in coda presso il Comune e lo stampa comodamente casa sua. Questo non è digitalizzazione ne della PA ne del Provato!! Onestamente il privato non se ne da nulla del certificato stampato su carta bollata del comune. Digitalizzare significa evitare di stampare certificati per presentarli o depositarli all’INPS o in Questura (certificato di nascita, di residenza, ecc) per un altro documento. Digitale significa permettere che chiunque ente sia autonomo e autorizzato a Interconettersi per scambiarsi i dati una volta presenti, in un ambiente informativo governanto e controllato, nel rispetto degli aspetti di sicurezza e di privacy. Capite che c’è molta strada da fare.
In questo contesto, i 3 C-level dovranno occuparsi di programmi di trasformazione Digitale partendo dal GoToCloud con applicazioni multi cloud e interoperabili tra loro, native o per disegno. Dovranno saper gestire la trasformazione culturale in primis e gestire ambienti cosiddetti ibridi.
Abbiamo la fortuna di averti nella tavola rotonda Data Silos, argomento sempre molto interessante…
Insieme ad altri importanti esponenti del settore e che parteciperanno alla tavola, brillantemente moderata da Simona, cercheremo di parlare dei termini oggi di ‘moda’ data democratisation, Data Fabric o Data Mesh, cercando di renderli umani e più aderenti alla realtà operativa. Scoprire insomma che unire modelli dati diversi non sia poi così cambiato nel tempo, solo che come dicevo prima, ora le tecnologie ci aiutano a farlo meglio, più velocemente o facilmente. Si inizierà con la Data democratisation, come in altri ambiti la democrazia è Tutto, solo che bisogna essere consapevoli che ne aumenta e ci si assume la responsabilità personale/individuale all’interno di una comunità di persone/colleghi, come nella società civile. Voglio dire che poi però non bisognerà fare come avviene in politica ed ovvero per esprimere il dissenso si decide di non votare, perché allora la data democratisation si trasformerà in un’altro insuccesso dell’intera comunità e soprattutto per il futuro.
Perché non puoi perderti il Data Management Summit
Ci sono davvero tanti professionisti e tante esperienze concrete, confrontarsi diventa fondamentale per portare all’interno della propria azienda tecniche nuove, metodologie e nuovi potenziali approcci. Ecco avete capito che sono una persona schietta, essere autoreferenziali è un atteggiamento che si sta diffondendo sempre più, i successi e gli insuccessi non si misurano su quanto si è speso in nuove tecnologie, bisogna avere in mente il piano industriale aziendale e approdare ai suoi target li definiti, come se fosse qualsiasi obiettivo di ricavi, costi dell’impresa.
Concludo in sintesi dicendo, che partecipare al DM Summit si apprenderà meglio la teoria dei ‘Rights’:
‘La governance dei dati consiste nel far sì che le persone “giuste” con le conoscenze “giuste” lavorino con i dati “giusti” nel modo “giusto” al momento “giusto”, con conseguente decisione “giusta”.
Ci vuole impegno per raggiungere tutti questi “diritti”’