Mario Vellella (Irion) tra i protagonisti del Data Management Summit PA di Roma il 19 Settembre presso il Campidoglio
Stiamo svelando giorno dopo giorno tutti i professionisti che parteciperanno con le loro presentazioni all’evento più importante del Data Management. Per la prima volta un forum cerca di focalizzarsi sul Data Management nella sua interezza, dalla governance, passando per la sicurezza, il cloud, il machine learning, la virtualizzazione dei dati e molto altro ancora. Oggi presentiamo Mario Vellella di Irion.
Ci parli un po’ di lei e del suo percorso professionale
Sono un artigiano del data management, ho iniziato la mia carriera professionale come utente di rete distributiva nel settore Bancario e finanziario, di conseguenza ho principalmente utilizzato le applicazioni e le informazioni per facilitare l’esecuzione dei processi a me assegnati, dopo circa 4 anni e un PHD in Banca e finanza sono passato alla Direzione Risk Management dell’intermediario come analista e ideatore di modelli di quantificazione dei rischi, quindi ho iniziato ad avvicinarmi ai dati come Data Scientist interessato anche alla creazione e integrazione delle fonti dati che alimentavano i modelli, dopo 10 anni, mi sono occupato di analisi e integrazione dei rischi e convalida modelli, sempre nel settore finanziario, ampliando le mie competenze sull’integrazione, la qualità e la compliance dei dati, delle misure e delle informazioni per destinazioni d’uso ad alto rischio (reporting regolamentare, direzionale e verso gli investitori), infine sono diventato CDO svolgendo questo ruolo per ulteriori 5 anni, occupandomi di data Governance e data management per tutte le aree informative dell’intermediario. Da allora ho cambiato vita dando la mia esperienza al servizio di nuovi settori e nuove sfide affiancando aziende tecnologiche internazionali e nazionali e arricchendo la mia esperienza di nuove conoscenze sia tecnologiche che funzionali.
Pensate che le aziende abbiano un’adeguata cultura della gestione dei dati?
Direi a macchia di Leopardo!!!!!, oggi assistiamo ad un affollamento delle personas interessate all’uso dei dati per finalità di business con il loro bagaglio culturale (non sempre adeguato all’utilizzo dei dati nelle decisioni), di conseguenza se hanno cultura del dato l’hanno maturata in autonomia senza una strutturata attività di data culture. Le aziende, quindi, hanno l’obbligo di garantire l’accesso ai dati a tutti le risorse coinvolte cercando di “abbassare le barriere all’ingresso” sia di tipo culturale che di tipo tecnologico. Ritengo questa una delle sfide maggiormente challenging che le organizzazioni devono intraprendere per garantire il successo e la creazione di valore nel nuovo mondo digitale.
In che modo state affrontando la gestione dei dati nella vostra azienda/istituzione? Quali sono le sfide più importanti che state affrontando al momento?
Sono parte della squadra Irion, ho conosciuto la mia azienda anche da cliente e la nostra sfida è rivoluzionare il tradizionale approccio ai dati, renderli accessibili e parlanti, liberare le potenzialità del business e creare infinite nuove soluzioni metadata-oriented. Per farla breve Irion, il cui cuore pulsante è la piattaforma end-to-end Irion EDM, mira a trasformare i dati dei propri clienti in vantaggio competitivo, grazie anche alle centinaia di Business Solutions sviluppate con un approccio business composable.
In sintesi, abbiamo creato Irion EDM per supportare i nostri clienti nell’estrarre valore dei dati.
Abbiamo la fortuna di avervi alla tavola rotonda dal titolo: Navigare nel futuro dei dati: Le ontologie come bussole nella governance dei dati e negli Open Data Spaces (Roma) ” interessante argomento…
Le ontologie, ovvero descrizioni formali del/dei dominio d’interesse, sono diventate bussole digitali, consentendo alle organizzazioni di navigare nel vasto oceano dei dati in modo sicuro ed efficiente. Queste strutture semantiche non solo facilitano la comprensione condivisa dei dati, ma stabiliscono anche standard e protocolli per spazi di dati aperti, promuovendo trasparenza e collaborazione. Oggi la costruzione delle Ontologie presenta difficoltà culturali, organizzative e tecnologiche che devono essere prima identificate e poi trasformate in opportunità per essere pronti a utilizzarle per sfruttarne tutti i benefici.
Nella mia personale esperienza senza una ontologia non è possibile sfruttare a pieno i dati presenti in azienda o quelli messi a disposizione dal mercato, per mancanza di conoscenza, affidabilità e interoperabilità.
Guardando, infine, all’evoluzione normativa attuata dall’unione europea attraverso la strategia dei dati (tra cui il data act e il data governance Act) la creazione di schemi di conoscenza comuni è diventato per la Pubblica amministrazione un dovere istituzionale .
Lei ha sostenuto l’evento fin dall’inizio… perché il Data Management Summit è così importante?
Rappresenta un momento di incontro e confronto che ha caratteristiche peculiari rispetto alle altre iniziative presenti sul mercato. In particolare, consente un reale scambio di conoscenze fra i partecipanti che si trovano spesso a doversi confrontare sui temi sfidanti e attuali intorno a un tavolo, non solo quindi testimonianze, ma anche condivisione di esperienze che costituiscono la base per il successo delle iniziative complesse come quelle che coinvolgono i dati.