Francesco Saverio Colasuonno Dirigente Ufficio “Dati & Analytics” di INAIL tra i protagonisti del Data Management Summit PA di Roma

Stiamo svelando giorno dopo giorno tutti i professionisti che parteciperanno con le loro presentazioni all’evento più importante del Data Management. Per la prima volta un forum cerca di focalizzarsi sul Data Management nella sua interezza, dalla governance, passando per la sicurezza, il cloud, il machine learning, la virtualizzazione dei dati e molto altro ancora. Oggi presentiamo Francesco Saverio Colasuonno dell’azienda INAIL

Ci parli un po’ di lei e del suo percorso professionale

Sono attualmente dirigente dell’Ufficio “Dati & Analytics” della Direzione centrale per l’organizzazione digitale di Inail; il mio ingresso in Inail risale al 2008, in precedenza, ho lavorato in Inps dove sono stato responsabile del Contact center integrato Inps-Inail e capo della Segreteria tecnica della Direzione IT.

In Inail, dopo una prima esperienza sul territorio in Direzione regionale Puglia, ho lavorato presso la Direzione centrale per l’organizzazione digitale, dirigendo diversi uffici, con molteplici competenze, sia a forte connotazione tecnologica (architetture, sicurezza, sviluppo applicativo), sia di chiara propensione organizzativa (processi organizzativi), sia di “cerniera” tra le due dimensioni (strategie IT, demand management, comunicazione e formazione ICT, customer care).

Mi ha sempre stimolato occuparmi di progetti che, attraverso l’impiego consapevole delle tecnologie, generino valore per i cittadini e imprese. 

Considero inoltre centrale la valorizzazione del capitale umano della PA e dei relativi ecosistemi, nella consapevolezza che le persone sono la leva principale e i protagonisti di ogni cambiamento e innovazione organizzativa, culturale e tecnologica.

Pensa che le aziende abbiano un’adeguata cultura della gestione dei dati?

Nell’ultimo anno abbiamo registrato una forte accelerazione nell’adesione della PA alle piattaforme di data governance: PDND, Catalogo nazionale della semantica dei dati, catalogo nazionale dei dati aperti; ma la strada dell’interoperabilità di dati e servizi, sia tecnica che semantica, è ancora lunga e complessa: si dovrà garantire la piena conoscenza e fruibilità dei dati della PA (ontologie, vocabolari controllati, strutture dati, API) per un uso consapevole e generatore di valore pubblico.

Come ho detto anche l’anno scorso, è fondamentale in questo contesto portare a bordo il business, la data governance non può essere solo un problema dell’IT. È importante che la cultura del dato sia diffusa in tutta l’organizzazione e le competenze da sviluppare siano coerenti con i ruoli ricoperti dal personale (professionisti, creatori del dato, consumatori del dato).

In che modo state affrontando la gestione dei dati nella vostra istituzione? Quali sono le sfide più importanti che state affrontando al momento?

Rispetto ai temi della data governance e dell’interoperabilità, l’INAIL partecipa attivamente nei tavoli istituzionali con AgID, Dipartimento per la Trasformazione Digitale, Istat ed altre amministrazioni, fornendo il proprio contributo per l’attuazione della roadmap generale sulla strategia nazionale dei dati, in particolare:

• con AgID, sui temi dell’interoperabilità e degli open-data: gli open-data dell’Inail sono stati integrati nel portale dati.gov.it, catalogo nazionale dei dati aperti. Il catalogo nazionale contribuisce anche ad alimentare il portale data.europa.eu, estendendo la fruizione e l’utilizzo dei dataset delle PA italiane a livello europeo
• con Istat e Dipartimento per la Trasformazione Digitale, con la finalità di garantire l’interoperabilità semantica tra le pubbliche amministrazioni, l’Istituto sta partecipando alla realizzazione del “National Data Catalog” su cui sono state ad oggi pubblicate le ontologie relative agli infortuni sul lavoro, malattie professionali, aziende e autoliquidazione
• con Ministero dell’Interno, Ministero del Lavoro delle Politiche sociali, Agenzia delle Entrate, ANAC, Unioncamere, per i quali è soggetto fruitore ed erogatore di servizi digitali (e-service) su PDND, già disponibili o in corso di realizzazione.

L’obiettivo principale della strategia dati di INAIL è quello di realizzare un sistema integrato di regole organizzative, iniziative formative e informative, strumenti tecnologici e applicativi, allo scopo di estrarre il massimo valore dal patrimonio informativo dell’Istituto, anche integrandolo con banche dati esterne, per migliorare e potenziare i servizi all’utenza ed i processi decisionali ai diversi livelli: strategico, direzionale e operativo.  

In particolare, gli obiettivi fondamentali della nostra strategia dati sono:

• realizzare un modello organizzativo di data governance, con la definizione di ruoli, funzioni, processi e policy di governo del dato
• realizzare le necessarie iniziative per diffondere in Istituto cultura e competenze per il governo del patrimonio informativo
• evolvere le attuali architetture e sistemi per la gestione dei dati e della business intelligence in modo da utilizzare la tecnologia come abilitatore fondamentale per la gestione dei dati
• corredare i dati con i rispettivi “metadati” e ontologie, puntando all’adozione di un linguaggio e un glossario dati comune e alla pubblicazione e utilizzo delle relative semantiche, a beneficio sia del personale dell’Istituto, sia di utenti esterni
• realizzare soluzioni, che, anche con l’utilizzo di tecnologie emergenti e di Intelligenza Artificiale, partendo da dati di qualità possono generare valore per efficientare i processi interni e i servizi agli utenti, in modo eticamente consapevole e sostenibile.

Abbiamo la fortuna di avervi alla tavola rotonda dal titolo: “Navigare nel futuro dei dati: Le ontologie come bussole nella governance dei dati e negli Open Data Spaces”. Per attuare concretamente la tanto auspicata “democrazia del dato” occorre puntare con decisione sulla semantica: persone, enti, addetti ai lavori riusciranno a “consumare” correttamente e in autonomia il dato e ad estrarre valore da esso, se potranno farlo con consapevolezza, conoscendone significato e valore. 

Lei ha sostenuto l’evento fin dall’inizio… perché il Data Management Summit è così importante?

I dati sono stati definiti il petrolio del XXI secolo. Come il petrolio nei due secoli scorsi ha contribuito in modo determinante nello sviluppo socio-economico del mondo, ora questo ruolo lo giocano le tecnologie, le reti e soprattutto il dati. In particolare, i dati pubblici sono sotto i riflettori perché rappresentano un bene comune una risorse per il nostro paese.

Intelligenza artificiale, tecnologie emergenti, etica e sostenibilità, cybersicurezza, competenze, processi: in questi ambiti registriamo una mole di informazioni esponenzialmente crescenti ed è pertanto fondamentale la capacità di gestirle per una adeguata governance dei fenomeni associati.

Il Data Management Summit è una imperdibile occasione per mettere a fattor comune esperienze, best practice, problemi risolti e obiettivi ancora da raggiungere, con un fattivo e stimolante confronto tra addetti ai lavori.